Freddy Geraci, nato 53 anni fa a Mogadiscio, è cresciuto
imprenditorialmente a Cassino. Nel 1978 ha fondato Radio
Gari; nell’81 Gari Tv. Nel 90 l’emittente ha subito una
profonda trasformazione in concomitanza con la legge
Mammì. Gari radiotelevisione irradiava il segnale su un
territorio amplissimo che andava dal sud della provincia
di Roma al nord della Campania passando per le province
di Frosinone, Latina, Isernia. In una struttura moderna
hanno trovato spazio redazioni, studi, un teatro, un
parco mezzi affiancati dalla novità di un centro di
produzione. Prima della crisi dell’emittenza locale,
L’ultimo Gariflash (era il nome del tg) è andato in onda
alla fine del 2005.
Racconto di michele Gianni per anni giornalista di
gari tv
Lungo la strada che porta in via San Bartolomeo,
anche se un po’ ar-rugginiti, ci sono sempre quei
cartelli bianchi. Indicano la strada che conduce a
quello che per un quarto di secolo è stato l’impero
televisivo del basso Lazio. Domenica scorsa ho
ripercorso la strada che ho fatto per anni, quando
Bianco & Nero non era carta stampata ma una
trasmissione. Nel silenzio di un pomeriggio soleggiato
mi sono trovato davanti al grande cancello di Gari Tv.
Nel cortile tutto è rimasto come un tempo: il salice al
centro, i cani a scodinzolare. Ho suonato. Ad aprirmi si
è presentato proprio Freddy Geracy. Non lo vedevo da più
di un anno anche se di tanto in tanto ci sentiamo al
telefono. Il capello cortissimo, quasi rasato. Per il
resto è sempre lo stesso. “Ci siamo fatti il taglio?”
gli dico e lui indicando il sole mi risponde “taglio di
stagione”. Mi fa accomodare e vediamo insieme il Gran
Premio di Spagna di Formula 1. Quattro battute sulla
corsa ma basta quella telecamerina sulla fiancata della
Ferrari che inquadra impietosamente il cedimento della
sospensione di Raikkonen per portarci a parlare di tv e
per farci scivolare sul tema dell’informazione locale.
Fred-dy è rimasto un attento osservatore e non ha mai
avuto peli sulla lingua. Così mi torna in mente che
l’ultima intervista l’ha rilasciata proprio a me nel
lontano 1997, a margine delle elezioni comunali. Così mi
balena l’idea.
Ti va di tornare a dire la tua a dieci anni esatti da
quell’intervista?
“Perché no. Di cosa parliamo?”
Parliamo d’informazione. Secondo te come sta a Cassino?
“Male, anzi malissimo”.
Perché?
“Perché è stata normalizzata. Lo dico con rammarico ma è
così. Anche se parlerei di autonormalizzazione perché
non c’è stato un responsabile a cui si può imputare
questa situazione”
Cosa intendi per normalizzazione?
“Innanzittutto non esiste più una emittente di
riferimento della città. Quale editore di Gari Tv devo
ammettere che la responsabilità dell’appiattimento
dell’informazione prevalentemente sta nell’uscita di
scena del Gariflash. Ma è stata un’esigenza dettata dal
mercato”.
Ma che fine ha fatto Gari Tv?
“E’ in una pausa di riflessione. I canali comunque sono
più redditivamente utilizzati rispetto al passato e
chissà che in un futuro la situazione non possa
riportarci a fare informazione. Per ora restiamo al
balcone. Poi si vedrà”.
E allora senza la tv come viaggia l’informazione
cassinate?
“Restano i giornali. Purtroppo i quotidiani per far
quadrare i conti si fronteggiano sul numero delle copie
vendute dando più risalto alla cronaca strillata”.
La cronaca fa vendere. Ma Gari Tv aveva invertito questa
regola trasformando la politica nella notizia che
attirava di più.
“E’ più facile fare il “vergine” torturando lo
sventurato che ruba la mela piuttosto che de-nunciare
l’amministratore che intasca la tangente. E’ questione
di co-raggio. Io ho preso anche qualche querela (storica
quella di qualche sindaco Dc) ma sono stato sempre
assolto. Magari in secondo gra-do ma facevamo
informazione ve-ra”.
Ma era solo il Gariflash a fare informazione di questo
tipo?
“Nella linea dell’emittente trovava spazio anche la
rubrica di approfondimento settimanale. Bianco & Nero
riusciva ad essere sinergica e non in antitesi col
nostro Tg”.
Torniamo alla carta stampata. L’ultimo fe-nomeno a
Cassino è quello dei free-press. Li leggi?
“Li leggo. Al-cuni vengono da lontano. Prima c’erano i
settimanali come l’Inchiesta e Lazio Sud. Oggi ci sono
questi tre free press che so-no l’evoluzione di quei
settimanali. Ovviamente sono differenti. C’è una qualità
molto buona e una qualità appena sufficiente”.
Ma bastano ad informare la città e a far sviluppare il
dibattito politico?
“No, perché questa magia la può fare solo la Tv. La
storia insegna che la carta stampata ha un ruolo
diverso. Raggiunge meno utenti di quanti possono essere
raggiunti accendendo un televisore. E poi il target è
differente: la tv è più massimalista, il giornale è più
d’elite”.
Ma se ci fosse ancora il Gariflash come descriverebbe la
situazione politica attuale a Cassino?
“Certamente l’ultima farsa della Tarsu l’avrebbe gestita
in maniera più trasparente e meno maleodorante”.
Sono i rifiuti il nuovo grande business in Italia?
“Nel 1988 feci un titolo che fu oggetto di querela:
“Rifiuti solidi urbani, l’oro nero del 2000”. Oggi la
situazione è purtroppo preoccupante anche dal punto di
vista sanitario. E ci sono problemi di riciclaggio e di
discariche sequestrate. Ma il vero problema è politico.
E resterà tale fino a quando durerà in provincia la pace
armata tra centrodestra e centrosinistra alla luce di
quei quattro posti di lavoro prodotti dal settore ed
equamente suddivisi tra le forze politiche”.
Ma la prassi del Manuale Cencelli non era morta con la
prima repubblica?
“Non morirà mai. Potrà cambiare nome ma le ultime 4
lettere dei cognomi resteranno sempre le stesse”.
E’ come cimentarsi in quel gioco in cui se hai qualche
lettera puoi indovinare… il cognome giusto!
“Chi vuol capire capisce. Tu hai certamente capito a chi
mi riferisco”.
Sì. A proposito, perché a Cassino vince sempre il
centrodestra?
“Perché a Cassino le persone sono sempre le stesse.
Governa sempre la Dc”.
E il centrosinistra perché perde sempre?
“Troppi pensatori che però nei momenti decisivi non
riescono a concretizzare la loro filosofia. Anche lì c’è
un problema di ricambio generazionale. Non si possono
fare strategie nuove con uomini vecchi”.
Tornando alla normalizzazione dell’informazione. Come si
può risolvere il problema?
“Da tempo mi interrogo sulla questione. E’ un vuoto che
comunque va colmato”.
Giorni fa Ciro Rivieccio mi confessava che alla città
manca Gari Tv. Mi ricordava come la sera accendendo il
televisore, c’era la suspense perché non v’era edizione
del Gariflash in cui non veniva fuori qualche novità
pruriginosa sul Palazzo. Come si può riproporre un clima
di quel tipo in una città che sembra addormentata?
“Credo che senza la tanto vituperata tv difficilmente
questa atmosfera si possa riproporre. Anche se mai come
oggi sarebbe necessaria in una città intorpidita dove i
cittadini sembrano avere come massima aspirazione quella
di trascorrere una sera all’aperto mangiando pane e
porchetta”.
M. Giannì